News Archivi - Pagina 4 di 16 - Letteratura Alternativa

Ultimi Articoli

“Il mio mestiere” di Paolo Conti

Ero solo una maschera e, forse, poco altro! Appartenevo a quella schiera di marionette, colorate e variopinte che assegnavano, nei teatri, l'esatta e ordinata posizione. I corridoi e le poltrone apparivano, viali maremmani confortati dai longilinei e vellutati cipressi. Addolcivo, nell’attesa, anche il palato, dispensando chiacchiere e classici convenevoli di rito. Ebbene, lavoravo come tutto fare, in questo magico mondo della rappresentazione umana. Non era il classico teatro ordinario di una piccola e tranquilla città di provincia ma, era: il "mio" teatro. Oramai, dopo venticinque anni, lo afferivo come una seconda pelle; al catasto, verosimilmente, era censito, ancora, di proprietà…

“…Parole… parole… parole…” di Gianfrancesco Timpano

... Parole… parole… parole… Fiumi di parole si fondono in mari di altre parole, come acqua che si mischia con acqua; parole a formare frasi pronunciate da facce senza calore nè umanità; discorsi poco invitanti, poco confortanti: abbattono il desiderio, l’attenzione, la curiosità, la creatività. Parole poco rassicuranti che non danno certezze, prive di speranza, che annichiliscono, che invitano alla passività. Il nostro destino in mano ad altri. Lui le ascolta poco attento, elettroencefalogramma piatto, mentre in mutande aspetta che esca il caffè, sempre pigro, dalla moka. La luce fredda del mattino non lo aiuta a metabolizzare gli inviti al…

La paura del buio di Antonio De Cristofaro

Quando mio fratello minore doveva andare in bagno di notte, bisognava attraversare le tre stanze del nostro appartamento, poiché esso si trovava proprio in fondo al corridoio. La prima cosa che faceva era quella di svegliarmi con uno strattone, poi, sussurrando e supplicando il mio nome, mi chiedeva di accompagnarlo al gabinetto. Era già abbastanza grande da poterlo fare da solo, l’unica cosa però che glielo impediva era quella stramaledetta e fottuta paura del buio. Sì, aveva paura del buio, non si sarebbe arrischiato a muovere un passo nella stanza avvolta nell’oscurità se non lo tenevo per mano. Il guaio…

Una maschera nell’ombra di Marco Ferraris

Un'ombra strisciava lungo i muri; la pioggia le incollava i capelli alla nuca, mentre l’aria gelida le attizzava i polmoni a ogni respiro. Si fermò per riprendere fiato, anche se sapeva di essere in pericolo. La nebbia, sempre più fitta, aveva avvolto tutto, ma non il rumore dei passi del suo nemico. Smise di respirare per sentire meglio quel rumore; era sempre più vicino. Troppo vicino. "Coraggio." Disse tra sé, con la speranza che le bastasse pensare a quella parola per trovare la forza e la follia di proseguire. Più di una volta aveva pensato di arrendersi. Non doveva far…

Pesante sul cuore di Chiara Parella

Che giorni difficili erano stati quei giorni! Sembrava che tutto crollasse e non si rigenerasse più. Giorgio aveva smesso di ridere. Aveva smesso di sognare (quello già tempo indietro). Il tempo si era fermato e, così, anche la sua vita. Rimaneva inchiodato alla sua scrivania, guardando fuori da una finestra, perché lui, fino a quel punto, era stato molto fortunato. Non era uno di quegli uomini obbligati a rimirare il muro della camera da imbiancare. No. Giorgio era di buona famiglia, benestante; da bambino voleva essere un supereroe, come Batman o Spiderman, da grande invece aveva deciso di non rischiare…

TUTTO ERA DENTRO di Anna Maria Scopa

... Anna Aveva un talismano tra i sorrisi lunghi capelli neri ciglia oblique a solfeggiare l'aria. Sognava tanto seduta sui gradini cocenti, nei pomeriggi assolati d'estate, lì nel suo quartiere, in una piccolissima cittadina di provincia e si perdeva nei libri che ogni libro incominciato era un viaggio alla ricerca di luoghi e sentimenti che pensava non le sarebbero mai appartenuti. Svogliava visioni, beveva stupore e tenerezza, amava scrivere, e spesso indossava maschere costruite all’occasione , ne aveva una per ognuno. Una per la famiglia, “Annaaaaa smettila di stare tra le nuvole!” Le urlavano, così aveva imparato a essere più…

Edera di Massimiliano Moresco

Non considerava il suo compromesso come qualcosa di totalmente negativo. Certo, bastava essere consapevoli del gioco a cui si prestava l'animale sociale, il suo essere così inspiegabilmente desideroso di accettazione. La maschera. Dietro di essa un gran rumore. Bastava ascoltare ciò che aveva da dire da sotto e da dietro il messaggio che comunicava. Ed era manifesto, bastava ascoltare. Il suo rapportarsi agli altri si basava sempre su questo presupposto. Ezio camminava su per la via che lo portava a seguitare la sua passeggiata mentre d'acchito lo raggiungevano questi pensieri. In quel preciso momento si sentiva così affilato, una lama…

GRETA, UN VOLTO E TANTE MASCHERE di Flora Crosara

Le succedeva, ogni volta che doveva staccarsi da qualcuno: la tristezza, sgradito ospite, arrivava già qualche giorno prima. Greta avvertiva  un  malessere che non sapeva spiegare. Le saliva dalla pancia, le inondava lo stomaco, le stringeva il cuore. Un senso di sopraffazione: essere di fronte a qualcosa di opprimente e non sapere come uscirne.  Qualcosa  più grande di lei, che non le permetteva di intravedere alcuna via di fuga. Questo stato la aggrediva. Era un tipo di magone che,  a poco a poco,  la privava di ogni energia, della sua naturale allegria. E lei,  povera piccola,   non volendo causare preoccupazione…

DICONO CHE PORTA BENE di Carmela Bruscella

Sono vicina al mio camino che riesce ogni volta a rendere magico il periodo invernale. Il fuoco ha un fascino particolare, le fiamme sembrano danzare nell’aria e formano delle affusolate figure inanimate. I colori vanno dal giallo al rosso e guarda caso si rispecchiano con i colori propri della stagione, come le vigne, gli aceri e gli alberi in genere che rallegrano così la natura che invece si addormenta. Come sempre mi emoziono davanti a questi scenari, non riesco a rimanere impassibile ma non posso dire a tutti che rimango incantata, che il camino mi ipnotizza quasi; come faccio a…

Lettera dal mare di Ivano Ciminari

Ti scrivo con mani di sabbia, con parole che sanno di corda e tabacco, di sale e voci di terre lontane. Sono grembo accogliente, occhi furtivi, quiete e tempesta, moto perpetuo, sono il prius, ciò da cui tutto è nato, quello a cui tutto ritornerà, sono l’alfa e l’omega, il bianco ed il nero, il buio e la luce. Sono il mare, il tuo mare, distendi il corpo dove io possa accarezzarlo con la risacca, chiudi gli occhi e ascolta, ascoltami… Io ti conosco donna, sin da quando, disegno divino già compiuto, accarezzasti la terra con il tuo passo leggero,…

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