"Tutto meno una cosa" di Matteo Paoloni - Letteratura Alternativa

“Tutto meno una cosa” di Matteo Paoloni

La maschera è diventata obbligatoria anche negli spazi privati.
Vietato toglierla, eccetto quando si è soli. Tutte le maschere hanno un sistema di rilevamento incorporato che riesce a capire quando questa regola viene infranta.
Chi infrange la regola e si toglie la maschera viene punito. La punizione è la morte.
Morire di vergogna, più che altro.
Nando e Nina si conoscono in un bar. Sono giovani. Si frequentano.
Alle battute sorridono con gli occhi. Ai complimenti arrossiscono sotto la maschera, e così per lo meno si evitano l’imbarazzo d’essersi imbarazzati. Poi, a forza di passare del tempo assieme, s’innamorano.
Se lo dicono. Io amo te, tu ami me.
Insomma si dichiarano l’amore, proprio come se non avessero la maschera.
Ormai sono inseparabili. Si sposano. Fanno due figli, ai quali viene imposta la maschera fin dalla culla.
I figli crescono. Vanno all’università. Si laureano tutti e due con il massimo dei voti.
Discutono le tesi con la maschera. Nando e Nina sono orgogliosi dei loro figli. Nando e Nina sono contenti di quello che hanno costruito insieme. Nando e Nina sono una coppia qualsiasi in una città qualsiasi.
Nando e Nina invecchiano. I figli formano ciascuno una famiglia.
Le rispettive famiglie di domenica si riuniscono a pranzo con Nando e Nina.
I nipoti, con le loro maschere, vengono viziati dai nonni, con le loro maschere. Per i primi la vita è ancora tutta da vivere. Per i secondi la vita è tutta da ricordare. La banale circolarità dell’esistenza. Il primo ad andarsene è Nando. Morte cardiaca improvvisa. Al funerale Nina dà un bacio con la maschera alla bara. Poi, davanti alla chiesa piena, dà un piccolo discorso. Io e Nando ci siamo amati. Abbiamo formato questa splendida famiglia che oggi è tutta qui presente. Ci siamo sostenuti. A volte ci siamo incazzati. Ma ci siamo anche divertiti. E poi ci siamo pure annoiati, che vi credete? E per un periodo ci siamo ignorati.
Ma poi ci siamo ritrovati.
E poi coccolati.
E poi confidati.
E poi torturati.
E poi sopportati.
E poi accompagnati.
E poi… E poi…
Una lacrima le scivola giù sulla maschera.
Insomma, conclude Nina emozionata, io e Nando insieme abbiamo fatto di tutto. Ma poi si blocca.
Anzi no. Tutto no. Guarda in alto.
Una cosa, in effetti, adesso che ci penso io e Nando non l’abbiamo mai fatta.
Che cosa?
Non ci siamo mai visti in faccia.

Matteo Edoardo Paoloni – autore de “Il Fornicaio

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