Ciao, Massimo, e benvenuto a “Un caffè con l’autore”.
“Il sogno finisce all’improvviso” nella sua trama si snoda globalmente come una sorta di mosaico, prima scomposto e poi ricomposto, dove fanno capolino diversi inserti molto particolari come articoli giornalistici, letture dell’oroscopo, meteorologia, brevi racconti terrificanti e tanto altro. Per te è stato un esperimento o lo ritieni ormai una forma letteraria per far riconoscere il tuo stile?
Credo più ad una narrativa ‘complicata’, quella cioè che fa intravedere un autore dietro alla storia, rispetto ad un racconto lineare. Questa è oggettivamente una mia fissazione che spesso mi porta a scrivere anche oltre il limite della comprensione, ma preferisco far riflettere il lettore, anche se magari il messaggio che voglio mandare non è così limpido, piuttosto che tentare di trasmettere una storia che finisce non appena letta l’ultima parola. Questa mia visione dello scrivere porta alla non linearità del racconto, ma del resto è la nostra stessa vita a non essere lineare. In più, credo che con questo tipo di scrittura il lettore possa prendere parte alla costruzione del senso complessivo del racconto, visto che questo tipo di organizzazione porta alla creazione di margini interpretativi.
In certi passaggi del romanzo, soprattutto nei dialoghi, la tua scrittura diviene volutamente quasi “ossessiva”, sottolineando gli aspetti caratteriali dei protagonisti. Perché hai voluto utilizzare questa caratterizzazione?
Ho cercato di portare all’estremo anche lo stile di scrittura che riguarda la caratterizzazione dei personaggi. Per questo ho utilizzato schemi sintattici anche forzati, con l’obiettivo di spingere il lettore oltre quello che si aspetta da un libro. Ho cercato, in altre parole, di togliere tutto quello ‘zucchero’ che spesso si trova nei racconti, quella parte che serve per avvicinare il lettore al testo. Ho provato a ‘sporcare’ il romanzo il più possibile.
Tu sei un giornalista. Quale differenza sostanziale trovi tra la stesura di un articolo e quella di uno scritto letterario?
C’è molta differenza. In un articolo di giornale tendo sempre a nascondere il mio pensiero sui fatti, in particolare per i pezzi che riguardano la cronaca. Per scrivere un romanzo invece c’è bisogno di tirare fuori quello che si ha dentro, senza filtri. In sostanza, l’esatto contrario da questo punto di vista. Sono due modelli di scrittura differenti, ma per me allo stesso modo entusiasmanti.
Parlaci dei tuoi nuovi lavori in cantiere, un assaggio del messaggio che vuoi trasmettere con questo nuovo lavoro.
Al momento sto lavorando al mio nuovo romanzo: anche questa sarà una storia a sfondo psicologico in cui affronterò il tema dell’arrivo degli altri. Come cambia la nostra esistenza al momento dell’incontro con ‘gli altri’, ragionando sostanzialmente sul fatto che i problemi che emergono in quel frangente forse vivevano già dentro di noi, ma noi non lo sapevamo”.
Grazie per la tua disponibilità, i Nostri lettori potranno adesso conoscerti un po’ di più.
Link a info e acquisto di “Il sogno finisce all’improvviso”
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