Bentrovata, Marina. Siamo lieti di fare insieme a te una chiacchierata in relazione alla tua vittoria sul contest di S. Valentino. Intanto, ti chiediamo com’è nato questo tuo racconto e qual è il suo messaggio ?
Ho amato da sempre la Natura in tutte le sue forme e manifestazioni e ogni volta mi meraviglio di ciò che vedo: il cielo stellato, l’insetto che si posa sul fiore, un ragno che costruisce la sua ragnatela così precisa e regolare… in pratica tutto ciò che mi circonda! Intuisco un Disegno nel mondo e sento che noi siamo soltanto una minima parte, seppur importante, di un Tutto universale; perciò amo la Vita e la rispetto, soffrendo quando vedo che troppo spesso viene calpestata, ignorata o distrutta da individui privi di scrupoli. Tutto questo ha influenzato profondamente le mie scelte esistenziali, dalla decisione di vivere in campagna a quella di essere quasi completamente vegetariana, e di conseguenza si riflette nelle cose che scrivo. Nel racconto in questione l’ispirazione iniziale è nata da uno dei miei gatti, un quasi-siamese dai profondi occhi azzurri, che trovai un giorno davanti alla porta di casa una decina di anni fa; era un cucciolino di pochi mesi, arrivato da chissà dove e di cui nessuno sapeva dirmi nulla, ma che dimostrò fin da subito l’intenzione di sceglierci come famiglia adottiva: infatti, mentre noi riflettevamo sul da farsi, entrò decisamente in casa, si diresse verso la ciotola del cibo e poi si mise a dormire beatamente sul tappeto del soggiorno. Nessuno di noi ebbe cuore di mandarlo via e da quel giorno è rimasto con noi. Il messaggio che sta dietro al racconto è però molto più ampio e ci riguarda tutti: è l’ Amore che muove il mondo e anima tutte le creature della Terra; l’ Amore autentico, disinteressato, che non conosce egoismo o indifferenza e ci rende attenti e sensibili verso gli altri esseri, in perfetta armonia col Creato. Sarebbe bello se tutti comprendessimo questo, noi saremmo certamente più felici e il mondo sarebbe un posto migliore !
Cosa rappresenta per te la scrittura e qual è stata l’occasione che ti ha portato a scrivere ?
Scrivere è un modo per esternare le mie emozioni e lo faccio da sempre: da ragazzina scrivevo un diario in cui annotavo i miei progetti, i miei desideri, i miei timori, le mie rabbie e tutto ciò che mi aveva colpito in qualche modo (poteva essere un fatto o un sentimento o anche una persona incontrata per caso); a volte facevo anche disegni o caricature e già allora osservavo molto la realtà intorno a me.
Ho sempre letto molto, fin dai tempi della scuola ed erano libri di vario genere: romanzi e novelle di autori italiani e stranieri di tutti i tempi, ma anche libri gialli, polizieschi, d’avventura o di fantascienza, storie di miti e popoli antichi, fiabe regionali italiane o della tradizione nordica. Ero affascinata dalle materie studiate a scuola, specialmente italiano e filosofia, che mi hanno spalancato un mondo che non conoscevo e che volevo approfondire. Poi col passare degli anni ho iniziato a scrivere brevi racconti, qualche poesia, a volte anche solo frammenti di idee in attesa di sviluppo, ma erano elaborati che finivano poi invariabilmente tutti chiusi in fondo a un cassetto, perchè, quando poi li rileggevo, mi sembravano sempre troppo miseri, lacunosi, non sicuramente degni di vedere la luce, perciò li lasciavo a “dormire” e non ne parlavo con nessuno. Una svolta importante è stata per me l’incontro con Romina e Pablo, della Casa Editrice “Letteratura Alternativa” di Asti e la decisione di frequentare presso di loro un corso di “Scrittura Creativa e Motivazionale”, che mi ha ridato fiducia in me stessa e nella mie capacità, mi ha stimolato a tirare di nuovo fuori quegli elaborati lasciati per troppo tempo al buio e mi ha dato anche gli strumenti tecnici per organizzare e strutturare al meglio la materia.
In quali occasioni hai deciso che la scrittura ti potesse rappresentare ?
Penso che ognuno di noi senta il bisogno di esternare in qualche modo quello che ha dentro; non tutti trovano il canale giusto per esprimersi e chi ci riesce lo fa con ciò che gli è più congeniale, nel mio caso è la scrittura: non riesco a esprimere la mia originalità attraverso la musica o la pittura, anche perchè non sono brava nè a dipingere, nè a suonare uno strumento, mentre mi riesce più facile trasferire sulla carta il mio mondo interiore. Fino a poco tempo fa scrivevo soprattutto in relazione a me stessa, cioè riflessioni, emozioni, avvenimenti belli o tristi realmente accaduti, che venivano poi trasfigurati e cristallizzati in un atteggiamento, in una descrizione o una situazione e che davano alla composizione un taglio decisamente introspettivo, ma con un “io narrante” troppo solitario, distaccato e freddo e una scrittura che non riusciva a essere pienamente evocativa e non rappresentava al meglio quello che sentivo. Ultimamente ho adottato un tipo di narrazione più corale (intorno al protagonista, descritto in prima persona, si muovono altri personaggi che fanno da sfondo o da contraltare) e una tematica più concreta, più legata alla nostra epoca, che rappresenta meglio il mio stato d’animo attuale.
Quali sono gli autori classici e contemporanei che hai più apprezzato ?
Ho avuto periodi diversi in cui ero interessata a determinati autori piuttosto che altri; a volte era un’esigenza di approfondire per mio conto ciò che stavo studiando, a volte era un bisogno di capire meglio la realtà circostante o il mio mondo interiore o dare un senso ai grandi “perché” dell’esistenza. Mi rendo conto, pensandoci ora, che ho veramente letto un po’ di tutto: dai Naturalisti-Veristi dell’Ottocento, a Pirandello, agli Esistenzialisti (Sartre, Camus, Kafka, Dostoevskij) e ai poeti del Novecento (Saba Ungaretti Montale), più vicini a noi per epoca e pensiero, a molti altri ancora, che qui non cito per ragioni di spazio. Ognuno di loro ha segnato un periodo importante della mia vita e ha lasciato un’impronta significativa dentro di me, contribuendo a farmi diventare quella che sono.
E’ proprio vero: la lettura aiuta a riflettere, a evadere, a crearci un’opinione personale, ad elevarci culturalmente e ad arricchire il nostro essere.
A chi vuoi dedicare questa vittoria ?
La dedico a tutti i miei amici, parenti e conoscenti, che hanno apprezzato il mio racconto e lo hanno votato; in particolare a mio figlio Andrea che ha mobilitato tutti i suoi amici personali, “costringendoli” a leggere il mio racconto prima di mettere un eventuale “like”, perché sapeva che non volevo essere votata solo per compiacenza. Ho ricevuto molte manifestazioni di affetto e amicizia non solo da amici che mi conoscevano da anni o di recente conoscenza, ma anche da altri che avevo perso di vista nel tempo e che pensavo non si ricordassero più di me: questo è stato l’aspetto più bello della mia partecipazione al contest, più ancora della mia vittoria (anche se ciò è stato ovviamente motivo di grande soddisfazione e stimolo a continuare su questa strada).
Quali sono i tuoi progetti letterari futuri ?
Sto completando la stesura di un romanzo ambientato nel mondo contadino tra le Langhe e il Monferrato, dedicato alle generazioni che sono vissute all’epoca della Seconda Guerra Mondiale; ciò che mi interessa cogliere è la loro incredibile capacità di adattarsi agli eventi contingenti, riuscendo a risalire da ogni catastrofe, senza mai arrendersi, ma anzi reinventandosi una nuova vita.
Protagonista è il mondo contadino, umile, predestinato, ma anche forte e tenace, lo stesso che già ritroviamo in Verga e Grazia Deledda o in Fenoglio, Pavese e Lajolo.
Credi che la letteratura possa “salvarci”, e perché ?
Il ruolo dello scrittore nella società cambia continuamente, a seconda delle epoche storiche e del contesto sociale in cui vive : testimone del tempo, cantore dell’amore come unica salvezza, indagatore dei misteri della vita, fustigatore dei costumi, sognatore, pessimista, esistenzialista, solitario, impegnato politicamente o rinunciatario di fronte a una realtà ostile. Dietro alle loro scelte di scrittura, a mio avviso, ci sono sempre state due domande di fondo : può la letteratura, come anche la poesia, servire all’uomo per capire meglio se stesso, gli altri e il mondo che lo circonda ? E gli uomini, a loro volta, sono in grado di accostarsi alla letteratura per ricevere risposte ai loro bisogni ?
Questi sono anche i dubbi di noi contemporanei: credo che oggi lo scrittore stia vivendo una condizione drammatica, molto simile a quella legata al periodo bellico, quando sembrava inutile ogni tentativo di poesia, ogni scritto che non fosse di denuncia e di opposizione.
L’intero nostro pianeta è in grave emergenza e pochissimi sembrano rendersene conto, anzi spesso viene montata contro di loro una campagna denigratoria per diffamarli; i nostri capi di governo continuano a riunirsi in summit mondiali, ma senza mai arrivare a prendere seri e drastici provvedimenti, forse perché si scontrerebbero con le multinazionali e i loro enormi interessi economici; l’umanità tutta sta correndo verso il baratro come tanti topolini ciechi.
In un tale contesto, che può fare lo scrittore? La tentazione di smettere di scrivere, isolarsi, prendere le distanze da tutto, è molto forte, ma io credo che non si debba mai rinunciare alla speranza, almeno finché è ancora possibile. La letteratura può in questo momento diventare denuncia di questa realtà aberrante, farsi portatrice di valori positivi, rivolgendosi soprattutto alle nuove generazioni e facendo appello a quanto di buono è rimasto in loro. Ogni scrittore troverà dentro di sé i temi e i registri a lui più congegnali, utilizzando anche canali non convenzionali, come i social e i kindle.
Brevi cenni biografici di Marina
Torino è la città dov’è nata, il 18 ottobre 1956 sotto il segno zodiacale della Bilancia, dove ha studiato e ha passato gran parte della sua vita, ma è di origini monferrine e langarole per via dei genitori e dei nonni, che, durante le lunghe vacanze estive trascorse in campagna, le hanno trasmesso fin da piccola l’amore per la vita all’aria aperta in mezzo alla natura e agli animali. La ricerca di uno stile di vita più semplice e più a misura d’uomo, rispetto alla vita ormai frenetica della città, la porterà alla fine del 2000 a trasferirsi con la sua famiglia in un paesino in provincia di Asti, dove vive attualmente. In passato ha lavorato in varie scuole, come insegnante e per qualche tempo anche in ambito commerciale, come impiegata. Attiva nel volontariato, si è occupata di accoglienza e aiuto a famiglie con problemi di tossicodipendenza, presso un centro d’ascolto di Torino; dopo il 2000 ha partecipato come genitore al programma dell’associazione “Il Monferrato per Chernobyl” (ospitando nei mesi estivi ragazzi bielorussi in età scolare che vivevano nelle zone ancora contaminate dalla radioattività); attualmente fa parte di un’associazione di Asti, “L’arte del sorriso”, che ogni settimana si occupa di rallegrare e divertire i bambini ricoverati in ospedale, cercando di rendere un po’ più leggera e sopportabile la loro permanenza forzata.