Collettivo Incidente Contemporaneo: follia o coraggiosa epifania?
Se qualcuno vi dicesse che un manipolo di audaci sognatori ha deciso di immergersi nell’universo immaginifico di dieci classici della letteratura mondiale, viaggiando nel tempo per sedersi accanto a loro nell’impensabile tentativo di assorbire, in una sorta di osmosi onirica, trame, tematiche e suggestioni immortali, intingendo polpastrelli e anima nell’inchiostro che ha graffiato la cellulosa di parole capaci di toccare nel profondo generazioni di lettori, per poi decidere di riscrivere quelle stesse trame in chiave moderna, fornendo angolazioni e letture interpretative simili, ma nel contempo lontane, direste certamente che siete in presenza di un folle, che immagina pazzie irrealizzabili.
Direte quasi certamente trattarsi di un “incidente” impossibile, insensato, inattuabile, che ritrae geometricamente l’avvicinarsi obliquo di uno sparuto numero di autori contemporanei con la superficie eroica e immortale del passato, nella consapevolezza che, quell’intersezione, quasi certamente, determinerà il realizzarsi di un impatto devastante, inaudito, capace di disintegrare tutto (o, viceversa, di sorprendere e portare nuova linfa vitale all’immortalità?). Un sogno, quindi, o forse, meglio ancora, una speranza inattuabile, in grado di assumere le vesti visionarie di una realtà che non potrebbe mai trovare luce in ambito letterario moderno, un mondo che si crogiola nella sua stessa “modernità”, non solo dimenticando, ma a volte addirittura rifiutando l’eredità lasciata dai padri, nello scellerato convincimento che, quegli stessi padri, non siano più necessari o in grado di lasciare il segno, ché superati, obsoleti, inattuali.
Ebbene, quel folle e utopico pazzo visionario, questa volta, non si è infranto in un sogno irrealizzabile, bensì ha centrato una nuova realtà. Una realtà che porta il nome di Collettivo Incidente Contemporaneo, un progetto ideato da un drappello di uomini coraggiosi e fuori dal tempo, che ha deciso di sfidare il passato, immergendolo nel presente, nell’audace intento di rileggere il Classico in chiave moderna e nell’ambizioso miraggio di avvicinare lo scrittore eterno al lettore attuale, per il tramite della contemporaneità delle loro penne, capaci di ossequiare le pietre miliari della letteratura e, allo stesso tempo, di dissacrarle fino a renderle materia nuova, elemento imperfetto plasmato dalla perfezione che l’ha preceduto, in una sorta di linea continua che fa riscoprire ciò che non dovrebbe essere mai velato, trattandosi di null’altro che dell’essenza dell’umano conoscere.
Pablo T (Kafka), Roberto Portinari (Buzzati), Francesco Landi (Pirandello), Mauro Crosetti (Battaglia), Matteo Paoloni (Cechov), Giuseppe Vassallo (Marquez), Paolo Conti (Von Ghoete), Marco Dalissimo (Orwell), Lucio Salomone (Verga) e Marco Ferraris (Wells): questa la squadra di arditi autori, elencati in rigoroso ordine sparso, affiancata dai rispettivi padri ispiratori, quasi a delineare un curioso sfasamento temporale che li avvicina vicendevolmente, quasi a toccarsi, per poi far sì che i primi possano spiccare il volo con l’abbrivio plastico fornito dai secondi, nel sacro rituale della creazione, dove l’arbusto diventa seme per la nascita di una futura nuova pianta, in una fusione di ciò che è stato, di ciò che sarà e di ciò che esisterà per sempre. Nuovi autori, quindi, uniti nel comune intento di ammantare di attualità passi letterari immortali: esattamente questa è l’audace scommessa del Collettivo, formato da nuove penne la cui contemporaneità è dalle stesse quasi subìta, ché la vicinanza fisica e mentale con gli eroi del passato li accosta a loro e, nel contempo, li allontana dal presente. Ma l’incidente che hanno deciso di innescare determinerà una sinergia catartica, in grado di fondere il passato con il presente, tingendo di colori moderni il bianco e nero di ciò che è stato, nella convinzione che il lettore non potrà far altro che innamorarsi di questo fantastico contrasto, scoprendosi incantato nel dare lettura (nuovamente o per la prima volta) a pagine eroiche e senza tempo, attraverso l’attualità dei racconti che diverranno il detonatore per questa nuova realtà letteraria, creando un paradosso temporale in cui, passato e presente, padri e figli, si ritrovano uniti nell’unico obiettivo che il Collettivo si è prefissato, vale a dire quello di intrappolare il lettore nella rete della conoscenza, coinvolgendolo nell’illuminante scoperta del mondo dei Classici.
Utopia, epifania o miraggio, si è detto: la scelta di cosa rappresenti esattamente Incidente Contemporaneo – e la coraggiosa raccolta di racconti degli autori che ne fanno parte – spetterà al lettore, che verrà di certo còlto da quell’Effetto Fata Morgana che costituisce il manifesto stesso dell’epopea intentata e che dà il titolo all’opera, in una suggestione ottica e onirica capace di capovolgere i temi e il tempo, invertendo passato e presente, lo ieri e l’oggi, l’antico e il moderno, l’amore e l’odio, l’indifferenza e la passione, il bene e il male, nella continua ed eterna ricerca del domani, cercando di non dimenticare le radici dell’uomo, ancora e per sempre saldamente aggrappate all’umida e fertile terra della letteratura Classica.
Il miraggio che diventa realtà, quindi, l’utopia che si trasforma, magicamente, in una rinnovata e fulgente epifania
Francesco Landi
autore e Ufficio Stampa del Collettivo IC