Benvenuto, Flavio, a “Un caffè con l’autore”. Oggi parliamo di te e del tuo ultimo libro uscito con LA Edizioni.
Grazie e complimenti per la bella iniziativa per presentare gli autori LA Edizioni.
Perché un titolo così evocativo e particolare “Venti giornate al rogo”? Quale il suo messaggio recondito?
Il rogo é un simbolo estremamente carico di emotività. È potente come il fuoco che descrive: rievoca nell’immaginario collettivo l’inquisizione e l’autodafé. Il rogo però non è solamente quello della cieca violenza contro l’indesiderato, la distruzione di ciò che si oppone al pensiero unico del momento, simboleggia infatti anche un momento catartico attraverso il quale espiamo le nostre miserie in cerca di un qualche genere di redenzione. “Venti giornate” è un libro da rogo: i suoi personaggi parlano direttamente al lato più miserabile di noi stessi e lo fanno prendendolo a schiaffi, provocando, guadagnandosi un posto nella pira del detestabile; al contempo i suoi protagonisti cercano per tutto il corso della vicenda – con tutti i loro limiti – di redimersi dalle proprie miserie personali.
Questa tua opera potrebbe in qualche modo rientrare nel panorama della letteratura Underground, per il suo linguaggio diretto e “da strada”?
“Underground” é una parola strana: Henry Miller, J. D. Salinger, John Fante, Charles Bukowski e altri erano tutti autori “underground” e ora sono classici della letteratura. Penso che tutto quello che sia etichettato come “underground” sia semplicemente qualcosa capace di rompere gli schemi (per linguaggio o temi trattati) nel periodo storico-culturale del momento. Il linguaggio “da strada” dei personaggi di “Venti giornate al rogo” é prettamente legato alla loro caratterizzazione e non é volutamente esagerato per provocare: ció che é provocatorio nel libro é l’esistenza stessa di determinati personaggi e soprattutto ció che il lettore legge di se stesso in loro. La provocazione é nel mostrare apertamente la miseria personale di ciascuno di noi. Mi rendo conto che “venti giornate al rogo” per alcuni potrebbe risultare “di rottura” per linguaggio e temi trattati, ma se cosí davvero fosse significherebbe che viviamo tempi molto piú cupi, bigotti e oscurantisti di quanto io creda.
Hai uno o più autori che ti hanno ispirato? E per quale motivo specifico?
Senza dubbio i succitati Miller e Fante, ma anche autori piú classici come Ernest Hemingway, Franz Kafka e Boris Pasternak, almeno per quanto riguarda la storia principale. Nel romanzo sono presenti diversi racconti slegati dalla storia principale (di fatto si tratta di un meta-romanzo) le cui ispirazioni sono le piú varie, dato che questi racconti brevi affrontano generi e temi molto distanti tra loro: come autori di riferimento potrei allora citare Dino Buzzati, Raymond Chandler, Milan Kundera, Chuck Palahniuk, Kurt Vonnegut e molti altri. Scrivere un romanzo é sempre un lavoro di sintesi delle proprie esperienze reali o “estetiche”, ovvero quanto si vive e apprende nella realtá del proprio vissuto e quanto colpisce il proprio immaginario e bagaglio emotivo tramite l’arte. Ognuno di questi autori mi ha colpito profondamente in tal senso, lasciando dei segni che posso riconoscere chiaramente quando mi metto a scrivere.
Perché proprio la scelta della scrittura e non quella di altre arti in generale?
In realtá sono piuttosto eclettico: lavoro nell’ambito della post-produzione video e pratico arti marziali da una vita. La letteratura peró é qualcosa che mi ha sempre colpito profondamente, mi ricordo di aver letto Agatha Christie, Edgar Allan Poe e addirittura J. W. Goethe in etá in cui non avevo la minima idea di cosa stessi leggendo (né il minimo strumento per capirlo). Eppure nonostante l’incapacitá di comprendere pienamente quanto leggessi ne restavo tremendamente affascinato. Quando da piccolo un mio zio mi regaló la sua lettera 32 possiamo dire che segnó definitivamente la mia direzione in termini di creativitá.
Grazie per la tua disponibilità. Siamo certi che in questo modo i Nostri lettori potranno conoscerti un po’ meglio.
Grazie a voi dello spazio e del tempo che mi avete dedicato.
I link per conoscere meglio Flavio
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